La Chiesa dell’ Avvento – novembre 2009 – I Domenica di Avvento

Dal vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28,34-36)
Commento al vangelo- I domenica di Avvento
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

I tratti somatici distinguono le persone e determinano le rispettive caratteristiche. La comunità cristiana che s’immerge nell’itinerario dell’Avvento, ha dei tratti somatici che evidenziano come l’attesa non è il tempo di chi resta stancamente ad aspettare, ma di chi è pronto a mettersi in cammino per costruire il futuro.
La “chiesa dell’avvento” ha il capo alzato. In altri termini è la chiesa dallo sguardo lungimirante che rigetta le logiche della stanchezza e propone a tutti di risollevarsi dai modi stantii ed obsoleti di essere comunità inattive.
La comunità cristiana con l’Avvento è chiamata a vivere l’esperienza dell’attenzione e a lasciarsi condurre dallo spirito per essere pronta a generare Cristo. Infatti, la “chiesa con il capo alzato” mostra nel servizio e nella con-divisione una pronta sollecitudine verso l’umanità. Non bastano i convegni sulla fame, sull’energia alternativa o sulle opere di carità, ma è necessario vivere accanto a chi oggi ha purtroppo “il capo reclinato”.
Sono tanti i giovani che fanno uso di droghe e sono tanti gli adulti che giocano con il proprio o l’altrui sessualità. Non dobbiamo dimenticare che ci sono tante forme di paura delle comunità ecclesiali ad aprirsi agli altri, a creare luoghi di accoglienza per tutti perché sempre più ingabbiati nella logica di norme giuridiche e liturgiche da rispettare, dimenticando che né la diplomazia, né la politica dello struzzo salverà il mondo.
La chiesa dell’Avvento ha il capo alto e non soffre patologie reumatologiche perché si dispone a vivere il futuro in una prospettiva di evangelizzazione e di servizio come il Bambino di Betlemme ci ha insegnato.

Il Direttore

Don Antonio Ruccia

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