
Dalla recente audizione della Banca d’Italia emerge una manovra che rispetta i vincoli europei ma lascia indietro le famiglie più fragili.
Le misure di sostegno sono spesso temporanee, i benefici fiscali favoriscono i redditi medi e alti, e le modifiche all’ISEE rischiano di penalizzare giovani, stranieri e nuclei in affitto.
Anche la sanità, pur rifinanziata, continua a soffrire carenze strutturali che rendono difficile l’accesso equo alle cure.
Dietro i numeri, restano le vite sospese di chi fatica ogni giorno a garantire lavoro, casa e dignità.
Come Caritas sentiamo il dovere di ricordare che la povertà non si affronta con bonus o misure episodiche, ma con politiche stabili, servizi di prossimità e un lavoro giusto per tutti.
Chiediamo che le risorse pubbliche — a partire da quelle del PNRR — siano orientate con decisione verso coesione sociale, welfare territoriale e inclusione attiva.
Il Vangelo ci invita a guardare il valore delle persone prima dei bilanci:
“Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21).
Solo un’economia che mette al centro la persona può diventare davvero giusta e generatrice di speranza.
