La testimonianza di un volontario Caritas di Bari

C’ero anch’io … al Circo Massimo

Sono partito con nel cuore la ricerca di qualcosa, di comprendere cosa il Signore voleva donarmi vivendo queste giornate a Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo II.

La pioggia non ha spaventato i fedeli, anzi, ha lasciato posto al calore e alla luce delle migliaia di candele che Sabato 30 Aprile a Roma illuminavo la notte. Indistinguibili le candele delle diverse persone che erano giunte in massa alla veglia che si svolgeva al Circo Massimo. Persone di diverse nazionalità, disabili, giovani e anziani, consacrati e laici, credenti e non, poiché non occorre di certo essere cristiani per saper apprezzare il contributo che papa Giovanni Paolo II ha lasciato al mondo.

La serata è stata caratterizzata dalle testimonianze di mons. Stanislao Dziwisz, Joaquin Navarro-Valls e suor Marie Simon-Pierree e dall’esecuzione dell’inno “Aprite le porte a Cristo”, composto da mons. Marco Frisina che ricorda le parole pronunciate durante l’omelia del giorno di inizio del suo pontificato: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”. Questa è stata la frase che ci ha accompagnato in questi due giorni.

Questi momenti sono stati seguiti dalla recita dei “Misteri Luminosi” del Rosario, introdotti proprio da Papa Wojtila in collegamento diretto con cinque Santuari mariani: Cracovia in Polonia, Bugando in Tanzania, “Notre Dame” in Libano, Guadalupe in Messico e Fatima in Portogallo.

Ogni mistero, è stato annunciato e pregato nelle diverse lingue, a noi sconosciute, che in quel momento sembravano comuni, che ci univano e accorciavano le distanze temporali e geografiche. Un poliglotta per una sera.. Il rosario pregato in diverse lingue è stato,secondo me, il momento più intenso al Circo Massimo.

La mattina seguente, nonostante solo qualche ora di sonno, si è deciso di vivere la cerimonia di beatificazione in un posto dove fosse possibile ascoltare e vedere almeno da un maxi schermo, perchè piazza S. Pietro era già satura e diversi tentativi per avvicinarci alla stessa piazza erano falliti.

Ci siamo quindi recati nuovamente al Circo Massimo e come noi tantissimi altri. Quando Benedetto XVI ha proclamato beato il suo predecessore, si è alzato un applauso commosso e incessante di tutti. Qui ti ritrovi a piangere come un bambino, provi con tutto te stesso a trattenerti e non ti riesci a spiegare quelle lacrime; la commozione e la pelle d’oca nel vivere quei momenti era fortissima. Difficile da raccontare, difficile da esprimere; sicuramente un’emozione da dover vivere e per questo da condividere con chi non ha potuto essere li.

Giovanni Caputo

 

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